di Giuseppe Marzo
pubblicato in Il valore del capitale intellettuale, IPSOA, Milano, 2005, pp. 86-98
Alcuni beni e progetti dell’impresa hanno un valore che deriva non già e soltanto dai flussi di risultato che essi sono in grado di apportare nelle attuali condizioni in cui si trovano, ma anche da flussi di risultato potenziali e dipendenti da future decisioni di investimento, decisioni che tuttavia non sono predeterminabili e obbligatorie in quanto verranno assunte in funzione delle condizioni di mercato che prevarranno in futuro.
L’analogia con le opzioni finanziarie è immediata: anche le opzioni finanziarie, infatti, hanno un valore che deriva dalla futura decisione di esercizio, decisione che comporterà, nel caso di un’opzione di tipo call, un’uscita di cassa per acquisire il titolo sottostante (underlying asset), ad esempio un’azione, ad un prezzo pre-determinato.
La decisione, inoltre, è contingente rispetto alle condizioni del mercato finanziario al momento in cui la call potrà essere esercitata: solo se il valore dell’asset sottostante sarà maggiore del prezzo di esercizio l’opzione sarà esercitata ottenendo un profitto; in caso contrario sarà lasciata spirare limitando le proprie perdite al solo premio pagato per acquisirla.
L’analogia con le opzioni finanziarie ha consentito di impiegare le metodologie di valutazione per queste sviluppate, al fine di calcolare il valore di situazioni simili a quelle sopra descritte e definite opzioni reali.
La valutazione delle opzioni reali (Real Options Valuation, ROV) è attualmente proposta come una metodologia sufficientemente generale per la valutazione di qualsiasi progetto di investimento o per la determinazione del valore di un bene. È opportuno premettere, tuttavia, che la valutazione delle opzioni reali si è inizialmente sviluppata per l’evidente incapacità di altre metodologie di cogliere adeguatamente il valore di situazioni come quelle descritte. In pratica, le tecniche di valutazione basate sui flussi di cassa attualizzati, come il Net Present Value (NPV), e quelle a queste comparabili, quali ad esempio l’Economic Value Added (EVA®), non sono in grado di valutare correttamente la flessibilità di cui un’impresa dispone, flessibilità che si ricollega alla possibilità di rimandare la decisione di un investimento sino al momento in cui maggiori informazioni sulla sua redditività saranno disponibili.
Questo lavoro analizza l’impiego del metodo delle opzioni reali per la valutazione degli intangible assets e del capitale intellettuale dell’impresa facendo riferimento al caso dei progetti e degli assets di ricerca e sviluppo. Questa scelta è motivata da due considerazioni:
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