Il fabbisogno generato dal capitale circolante netto e il suo finanziamento

di Giuseppe Marzo e Elena Scarpino

pubblicato in Amministrazione & Finanza, n. 10, 2023, pp. 40-47

Abstract

Uno degli errori più ricorrenti nell’analisi della gestione aziendale è di considerare il Capitale Circolante Netto una quantità di breve periodo che, se positiva, consente all’impresa di essere solvibile a breve termine. Questo articolo chiarisce che un CCN positivo è invece un fabbisogno che l’impresa deve coprire e che il CCN ha caratteristiche tali da rendere quel fabbisogno un elemento durevole nell’ambito della gestione aziendale. Se ne deduce, che il CCN non debba essere finanziato da fonti di finanziamento a breve, ma invece da fonti in grado di rimanere a disposizione dell’impresa per un periodo lungo o indefinito.

Conclusioni

Questo articolo ha esplorato il concetto di CCN evidenziandone la dinamica e il ruolo di generatore di fabbisogno aziendale da coprire con fonti di finanziamento coerenti con le sue caratteristiche.

Lo stimolo per l’articolo è nato dal fraintendimento che letteratura e pratica hanno spesso sul CCN. Questo è, infatti, visto come un insieme di elementi attivi e passivi a breve termine e perciò a breve termine anch’esso. Da questa posizione deriva che avere un CCN positivo è indice di solvibilità aziendale, poiché essa potrà utilizzare gli incassi che derivano dai crediti commerciali per coprire le uscite connesse alle passività a breve termine incluse nel CCN. Un CCN negativo rappresenta, secondo questa impostazione, un fabbisogno da finanziare con fonti a breve termine.

L’articolo sostiene che questa impostazione è pericolosa per gli equilibri aziendali. Innanzitutto, essa trascura la differenza tra CCN finanziario e CCN operativo, essendo quest’ultimo la quantità più importante su cui riflettere. In secondo luogo, identifica la durata del CCN nella durata dei suoi singoli elementi, senza considerare che, per un’impresa in continuità, essi saranno immediatamente ricostituiti alla scadenza. Inoltre, il CCN (operativo) rappresenta non già un indicatore di solvibilità, ma, invece, un fabbisogno che l’impresa deve coprire. Perciò, un CCN positivo non è un elemento favorevole per l’impresa, come erroneamente sostenuto da molti. L’impresa in continuità non potrà dirsi solvibile per il fatto che i crediti commerciali e le rimanenze saranno superiori ai debiti commerciali. Una volta incassati gli uni e pagati gli altri, infatti, tutti saranno nuovamente costituiti. Perciò, il CCN operativo è un elemento che caratterizza in modo permanente la gestione dell’impresa e che genera un fabbisogno di lungo periodo che deve trovare copertura in fonti di lungo periodo o permanenti. Qui si sostiene che il CCN operativo rappresenta il livello minimo di patrimonio netto a disposizione dell’impresa, in quanto il patrimonio netto è una fonte di finanziamento di lungo periodo o permanente che è, tra tutte, la più simile al fabbisogno generato dal CCN operativo.


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L'articolo completo è disponibile sul sito della rivista Amministrazione & Finanza, edita da Wolters Kluwer Italia. Clicca qui per accedere al sito della rivista.

Data pubblicazione: 8/01/2024

Argomento: Investimenti, Finanza